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18 Febbraio 2008

DEDICATO A FRANCO CUOMO L'ULTIMO NUMERO DI ''RIDOTTO''

note: DALL'ESORDIO TEATRALE CON CARMELO BENE ALL'APPRODO AL ROMANZO, MARICLA BOGGIO RICOSTRUISCE LE TAPPE DELL'AVVENTURA LETTERARIA E DRAMMATURGICA DI CUOMO

di Maricla Boggio

Nel bar, luogo emblematico dell'esistenza, avviene

l'incontro finale fra il Giornalista e una

misteriosa ragazza dalle ali piumoste.

Velia mi ha fatto leggere "Tempo scaduto", l'ultimo

dramma scritto da Franco. E' un incontro al

bar fra uno scrittore e una ragazza che lo ha preceduto

in quel luogo e lo sta aspettando. Sulle

prime lui non si rende conto della sua presenza,

né la vede il cameriere che serve un caffè corretto

all'uomo impegnato a destreggiarsi fra agende,

cellulare e giornali.

Ma la ragazza si insinua su di lui come prendendone possesso fino a che, senza voltarsi, l'uomo sente che lei è dietro di lui e ha inizio fra loro un dialogo pieno di allusioni alla vita e alla morte, dove la ragazza considera

un'abdicazione alla vita il diario scritto dall'uomo

alla ricerca di un consuntivo esistenziale,

avendo senso soltanto dopo la fine dell'esistenza.

Si addensa sempre più il significato emblematico

di questa presenza femminile, che lo scrittore

riconosce di aver sempre sentito accanto a sé in

quella figurazione di donna, anche se sfilandosi

l'impermeabile lei rivela due ali piumose e una

tunica bianca. Ma è tutta come lui se l'è

immaginata, quella figura che si sente simile ad

una immaginetta, perché è lui che così l'ha voluta.

Nel dialogo emergono altri particolari che rivelano

una misteriosa intimità fra i due: così lei fuma

perché è stato lui a immaginarla in quel gesto. Ma

"il nostro mondo è contiguo a quello dei sogni -

gli confida l'Angelo - pur non sognando mai", e

mentre lui ripreso dai consueti affanni esistenziali

va telefonando e discutendo, lei si addormenta,

ma per risvegliarsi appena lo scrittore le torna

accanto riprendendo il dialogo che si fa metafisico,

perché ormai lui ha capito che dovrà abbandonare

la vita. E dice: «Non ho niente di cui pentirmi.

Non ho nemmeno un rimorso da donarti, nemmeno

la più piccola inquietudine». E poi ancora:

«La mia coscienza è spaventosamente tranquilla». Tra i due è una gara di confidenze, una

disponibilità di tipo amoroso, una dedizione

estrema. La ragazza accetta che l'uomo le metta

il rossetto sulle labbra, che le trucchi gli occhi

con il pennarello con cui scrive i suoi taccuini.

Adesso che ormai il "tempo" è "scaduto" lo

scrittore si lascia condurre fuori dal bar, luogo

emblematico degli incontri della vita, preso per

mano dall'Angelo, guida gentile e rassicurante.

E' un modo da scrittore e da animo sensibile

questo, da parte di Franco, per anticipare il proprio

congedo in pace con se stesso partecipandolo

agli altri, se in sintonia con lui sentiranno il

desiderio di dialogare con questa sua volontà di

comunicare.

Dopo aver scritto tanti libri, storici, fantastici,

documentari, di cronaca e di seria ricerca su

tematiche scottanti, Franco è riapprodato alla

forma teatrale, che consente il dialogo immediato

e si pone come mezzo per parlare di sé facendo

una sorta di bilancio della propria vita, perché

in teatro ci si mette sempre in discussione, il teatro

richiede l'uso della propria voce. Con il teatro

Franco aveva iniziato il suo percorso espressivo.

Dall'immediatezza della cronaca sui quotidiani

era passato all'irruenza polemica e poetica

intrecciando la sua logica fantastica con la perizia

capricciosa di Carmelo Bene. Poi erano stati i

temi politici, da "Il delitto Matteotti" che ne

decretò il successo di drammaturgo con una

memorabile regìa di Edmo Fenoglio. E' un testo

che lasciato quasi sedimentare nei decenni, balza

fuori oggi più attuale che mai, e verrà pubblicato

in volume, come promesso a lui, appena ce nesarà data la possibilità. Quattro i testi scritti con

chi scrive qui, calati nella realtà sofferta dell'ospedale

psichiatrico - "Santa Maria dei Battuti"

-, nella politica riunita alla vita privata di Gramsci,

fino alla favolistica narrazione, in "Egloga",

degli avvicendamenti storici in Sicilia con un

forte riferimento alle battaglie di Danilo Dolci

che per primi portammo in teatro; poi ancora in

un disegno proposto da Maurizio Scaparro per lo

Stabile di Bolzano. Una "Passione 1514" che

uscendo dal sacro si attestava ad un processo per

stregoneria.

Ma tanti altri testi teatrali scrisse,

Franco, seguendo la sua ispirazione che ricercava

nella storia le vicende di personaggi grandiosi

o singolari, da un Casanova senza età in attesa di

una Dama che non verrà, a Giovanna d'Arco e

Gilles de Rais che pur non incontrandosi si amano

di un amore nutrito di eventi sanguinosi, a

Beatrice Cenci in un emblematico "Addio amore",

a Caterina de' Medici circondata dalla sua

corte malata, al Nerone che porta una presentazione

di Carmelo Bene, alle traduzioni che rifulgono

di una creatività di linguaggio tutta personale,

come per il Cyrano tradotto per Maurizio

Scaparro.

Altri personaggi ancora poi dal teatro

approdarono ai romanzi, ai grandi cicli dei Templari

e di Carlo Magno, alle previsioni di Nostradamus

o alle ordalie in Nel nome di Dio.

Romanzi, pamphlets, satire, allusività politiche e

di costume, lodi all'ozio come gioco letterario e

gusto esistenziale, un libertinaggio letterario che

maliziosamente si sposa con la ricerca di una

purezza incontaminata, angelica come il personaggio

di questa Ragazza-Angelo di "Tempo

scaduto".

Scaturita dalla sua fantasia per volontà

di averla compagna al momento di un futuro

distacco, la Ragazza-Angelo di "Tempo scaduto"

si avverte come figura consolatrice di una inevitabile

previsione esistenziale trasposta in creazione

ribelle alla morte.