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Franco Cuomo International Award

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04 Dicembre 2023

IX Edizione del Franco Cuomo International Award

SEZIONE TEATRO
Paola Gassman
Massimo De Rossi

SEZIONE SAGGISTICA E GIORNALISMO
Stefania Palma
Antonio Varsori

SEZIONE ARTE
Paolo Borghi
Marco Rossati

PREMI SPECIALI
Pupi Avati
Valerio Nicolosi
Padre Arcangelo Maira
Massimiliano Fiorucci
Giovanni Lo Storto
Luigi Cantamessa
Consulta Provinciale Per la Legalità di Foggia
Gaia Riposati
Fabio Zucca

PREMIO PER LA SOSTENIBILITA' AMBIENTALE
Comune di Deliceto

Sono questi i vincitori della nona edizione del "Franco Cuomo International Award" intitolato allo scrittore, drammaturgo e giornalista scomparso nel 2007 che si propone di valorizzare nuove forme di espressione culturale, sociale e umana del nostro tempo.

Il premio si avvale di una prestigiosa Giuria di respiro internazionale, guidata dall'ispanista e critico d'arte Otello Lottini, e di cui fanno parte Grazia Francescato, politica e ambientalista, Emilia Costantini, giornalista del Corriere della Sera, critica teatrale e scrittrice, Paolo Acanfora, docente di Storia contemporanea all'Università La Sapienza di Roma, Samir Al Qaryouti, giornalista, decano della stampa estera, opinionista di France24; Piero Gambale, funzionario parlamentare.

La cerimonia di premiazione si è tenuta a Roma il 4 dicembre 2023 alle ore 15.30 nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, Senato della Repubblica (ingresso via della Dogana Vecchia, 29) e presentata dal giornalista Giampiero Marrazzo.

L'iniziativa, che ha ottenuto il patrocinio del Senato, dell'Ecpd, dell'Università della Pace, della Regione Puglia, della Rete dei Comuni sostenibili, del Teatro Pubblico Pugliese e della Città di San Severo.

LE MOTIVAZIONI

SEZIONE TEATRO

Paola Gassman

Figlia d'arte per eccellenza, il padre era Vittorio Gassman, la madre Nora Ricci, ha iniziato la sua carriera con Luca Ronconi nell'Orlando furioso per poi proseguire nella sua crescita artistica lavorando con altri grandi registi, da Luigi Squarzina a Mauro Bolognini, a Massimo Castri, e naturalmente diretta dal padre in spettacoli storici come "Cesare o nessuno". Ma ha anche creato un sodalizio artistico e privato con un altrettanto importante attore, Ugo Pagliai, con cui ha spesso condiviso il palcoscenico, mettendo in scena numerosi spettacoli sia di genere drammatico che o comico e brillante, Pirandello, Goldoni, Shakespeare. Negli ultimi anni con Ugo Pagliai si è dedicata anche alla poesia e a tutti quei brani che si legano alla memoria e al repertorio. Ha pubblicato con Marsilio l'autobiografia "Una grande famiglia dietro le spalle".


Massimo De Rossi

Attore e regista, formatosi alla Scuola del Piccolo di Milano, Massimo De Rossi ha lavorato in teatro con grandi del teatro come Luca Ronconi, Krzysztof Zanussi, Giorgio Strehler, Jean-Louis Barrault, Glauco Mauri. Ma anche per il piccolo e il grande schermo, partecipando a film importanti firmati da Bernardo Bertolucci, Carlo Lizzani, Franco Giraldi, Giorgio Treves, Liliana Cavani, Alberto Bevilacqua, Diane Kurys, Italo Moscati, Giorgio Ferrara. Ha preso parte a numerosi progetti televisivi, tra cui "Aldo Moro Il presidente" di Gianluca Maria Tavarelli, nel quale ha interpretato Giulio Andreotti, e "Nassiryia - Per non dimenticare" di Michele Soavi, nella parte del colonnello Bruno Scolari. Nel 2012 è entrato nel cast de "Il giovane Montalbano", prequel della famosa serie televisiva tratta dai romanzi di Andrea Camilleri. Ha messo in scena spettacoli di gran successo tra cui "Bagno finale", "L'erede universale" e "Un banale incidente" di Roberto Lerici, "Don Juan" e "Manfred" di George Byron, "Dialoghi sulla Bastiglia" di De Sade, "Faust" di Nicolaus Lenau, "La notte e il momento" di Crebillon, "Doctor Faust" di Thomas Mann, "Ricordi dal sottosuolo" di Fëdor Dostoevskij, "Elegie romane" di Wolfgang Goethe, "Una macchina fatale" di Franz Kafka, "Amor mi mosse" di Dante Alighieri, "Appunti di viaggio" e "Scene dal Melampo" di Ennio Flaiano, "Welcome to Paradise" e "Mobidic" di Karl Weigel, "Io e Lui" di Alberto Moravia. L'incontro con Franco Cuomo, che si trasformò in un intenso sodalizio intellettuale e in una duratura amicizia, avvenne all'inizio degli anni Ottanta ed è legato a due testi in particolare: il "Nerone", Premio Idi 1982, in cui De Rossi interpretò magistralmente il ruolo principale accanto a Massimo Popolizio che vestiva i panni di Tigellino; e "Una Notte di Casanova", nel quale interpretava un Casanova dal capelli grigi, un intellettuale dai vari Interessi, dotato di un ingegno dispersivo ma vivace, in grado di valutare con lucidità le cose del tempo e della storia che, in una locanda di frontiera d'un paese imprecisato, aspetta con poca fiducia un'ennesima amante, e ripercorre, alcuni momenti della sua lunga e avventurosa vita. De Rossi mise in scena due indimenticabili spettacoli, che riscossero grandissimo successo occupandosi anche magistralmente delle scene e dei costumi.


SEZIONE SAGGISTICA E GIORNALISMO

Stefania Palma

Dobbiamo essere orgogliosi, e lo siamo, di questa giovane donna che la giuria del Franco Cuomo International Award ha premiato all'unanimità. Stefania Palma, nata nel 1990, è oggi tra i giornalisti di punta del Financial Times prestigioso quotidiano britannico specializzato in cronaca finanziaria e analisi dell'attualità economica. Oltre all'inglese parla correntemente diverse altre lingue straniere tra cui il mandarino. Si è formata alla Soas, tra gli atenei più famosi del mondo per gli Studi Orientali e Africani, all'Università di Oxford e all'Università di Pechino. Una carriera lampo la sua, cominciata a The Banker, il magazine del Financial Times, dove si è occupata del sudest del Pacifico e dell'Asia per 5 anni fino al 2018 quando è approdata a Ft. Il suo battesimo di fuoco fu a Singapore, dove appena arrivata a ricoprire l'incarico di corrispondente, si trovò a fare i conti con il vertice Trump - Kim. Tantissime da allora le inchieste giornalistiche di risonanza mondiale che ha condotto insieme all'investigations team del Financial Times, tra cui lo scandalo Wirecard, un caso di frode multimiliardaria, che nel 2020 coinvolse anche l'Autorità tedesca di vigilanza finanziaria. Oggi Stefania è corrispondente per la sua testata da Washington, dove si occupa del Dipartimento di Giustizia, dei regolatori finanziari, della Corte Suprema e di tutte le questioni relative all'applicazione della legge negli Stati Uniti. Uno dei molteplici casi di fuga dei cervelli all'estero.


Antonio Varsori

Storico delle relazioni e della politica internazionale, professore emerito all'Università di Padova e docente alla Luiss "Guido Carli", tra i maggiori studiosi della storia dell'integrazione europea, della politica estera italiana, della Guerra fredda e del nuovo ordine (o disordine) internazionale che ne è seguito, Antonio Varsori ha rappresentato e rappresenta una delle voci storiografiche più autorevoli del panorama nazionale ed internazionale ed una figura magistrale per generazioni di storici che si sono formati sulle sue ricerche e sui suoi studi. Autore di numerosi saggi e monografie, capaci di affrontare con intelligenza ed originalità temi cruciali della storia dell'età contemporanea, restituendone con acume e senza semplificazione la complessità, Varsori ha la non comune qualità di offrire una chiarezza di analisi e di scrittura che gli permette di rivolgersi ad un pubblico ampio, non circoscritto alla sola cerchia degli specialisti. Per queste ragioni e, in particolare, per il suo volume "Dalla Rinascita al declino. Storia internazionale dell'Italia repubblicana" (Il Mulino, 2022), con il quale ricostruisce con rigore le molte e assai diverse fasi di quasi 80 anni di storia repubblicana, la Giuria all'unanimità gli conferisce il Franco Cuomo International Award dell'edizione 2023.

Premio speciale per la buona politica e la buona amministrazione

Fabio Zucca

La giuria del Franco Cuomo International Award ha conferito il Premio Speciale per la Buona politica e la Buona Amministrazione al professor Fabio Zucca, sindaco di Belgioso, personalità di grande spessore, dalla larga visione politica, che ha contribuito e contribuisce, con la sua attività quotidiana, a guidare al meglio la sua comunità e il suo territorio, attraverso politiche sociali particolarmente attente ai minori, alle famiglie bisognose, all'educazione come strumento di inclusione, alla promozione della cittadinanza attiva, ai disabili, alla sanità, si è battuto per il mantenimento del Presidio ospedaliero del Policlinico San Matteo (distaccamento di Belgioioso), che sta per diventare ospedale di comunità. Ma anche attraverso una politica di sviluppo condiviso anche con altri sindaci e di cui sono espressione il Distretto del Commercio del "Basso Pavese", la riattivazione dell'Unione dei comuni e la nascita dell'Associazione dei comuni del Basso Pavese. Zucca ha realizzato anche opere strutturali per la mobilità, lavorato su un Accordo di rilancio economico- sociale per l'attrattività e la competitività di territori e imprese della zona e sta realizzando il restauro e il recupero del Castello medievale di Belgioioso, che progetta di trasformare in uno strumento per iniziative culturali di riferimento nazionale. Non è di poco merito inoltre il fatto che a Belgioioso, ormai da più di dieci anni, si tiene la cerimonia del Premio "Cittadinanza europea per l'Europa dei popoli e la pace nel mondo", fondato, nel 2011, dal professor Luigi Moccia, presso il "Centro Altiero Spinelli" dell'Università Roma Tre. Ma Zucca non è solo un valente amministratore, è anche un fine studioso, che affianca all'attività politica, quella accademica. E infatti professore di Storia Contemporanea all'Università degli Studi dell'Insubria. Nel 2005, ha fondato l'Archivio Storico dell'Ateneo di Pavia, di cui è stato anche direttore. Ed è autore di numerosi saggi sulla storia contemporanea e, in particolare, sulla storia dell'Unione Europea. Ha orientato i suoi interessi scientifici e storico - culturali, in particolare verso gli studi sull'integrazione europea. E per questi suoi lavori, è stato insignito della prestigiosa "Jean Monnet Plaque", attribuita dall'Unione Europea.


SEZIONE ARTE

Paolo Borghi

Paolo Borghi è uno degli esponenti più autorevoli e affermati della scultura italiana, largamente rinomato e apprezzato anche a livello internazionale. Borghi è molto noto per i suoi numerosi lavori per le opere pubbliche, di grande impegno e, spesso di dimensioni monumentali, di marmo o di bronzo. Queste opere, che si trovano in Italia e in diversi paesi del mondo, a incominciare dagli Stati Uniti, sono state realizzate su committenza e in collaborazione con grandi architetti. Tra questi, ricordo Paolo Portoghesi, con il quale Borghi ha avuto una lunga, fruttuosa e amicale collaborazione, diventando lo scultore di riferimento del grande architetto.

Un altro versante della sua ricerca, è il continuo interrogarsi sui problemi dell'uomo e del mondo. E qui Borghi subisce l'attrazione dell'emozione del divino e si confronta con le condensazioni spirituali e i problemi storici e culturali, che si affacciano di continuo nella vita degli individui. Egli coglie la costitutiva incertezza dell'uomo e la traduce in espressione formale, con le modalità del suo linguaggio creativo. Questo versante del suo lavoro, è espressione anche di una speciale atmosfera artistica, nata nella sua straordinaria famiglia di origine: i due fratelli, Francesco e Giovanni, affermatisi nel design artistico dell'argenteria e dell'oreficeria, e, soprattutto, il padre Stanislao Borghi, che, per unanime riconoscimento, è considerato uno dei più importanti esponenti del cesello d'arte del XX secolo, avendo creato veri e propri capolavori di arte sacra.

Con questo imprinting, l'artista realizza numerose opere di ispirazione religiosa, in Italia e all'estero, con una modulazione moderna del sacro, sviluppandone l'originaria e diversa complessità, grazie all'elaborazione formale, con cui attinge il nucleo radicale della spiritualità. La sua pratica artistica si fonda su una visione essenziale dell'uomo, per cui la profondità del suo segno si traduce in una concentrazione espressiva e si manifesta mediante forme peculiari e riconoscibili, che disegnano il caratteristico profilo delle sue sculture e definiscono la sua personale grammatica artistica.

L'artista progetta la forma con estremo rigore, come sintesi di materia - spazio e quasi come uno strumento di precisione, che seleziona, riduce e potenzia i valori essenziali del reale. Le opere di Borghi sembrano forgiate in altre età, non nel senso che si spingono verso il passato, ma nel senso che lo fanno rivivere di nuovo oggi, e in modo originale e creativo. L'incontro col passato dell'arte ha in lui l'attrattiva di una preziosa filiazione, anche se la sua scultura esprime le tensioni e le inquietudini del presente, nella dimensione di un profondo umanesimo, aperto agli apporti culturali della modernità.

La cifra stilistica del suo lavoro e il profilo della sua personalità lo portano a immergersi nel passato dell'arte e nella profondità della dimensione spirituale e religiosa, per riemergere alla superficie della vita del nostro tempo, con sguardo lucido, che non si smarrisce nel passato, ma si nutre e si confronta con le inquietudini del presente.

Sul piano artistico-estetico, i corpi femminili e maschili, spesso stretti in coppia, sono i protagonisti della sua scultura. Essi nascono da una grande elaborazione formale e spesso sono avvolti da fitti panneggi, che segnalano l'avvio di un processo di metamorfosi. In queste figure, entra il mito con le sue radici classiche, e, insieme, la simbologia moderna.

Le figure si connotano per il distendersi longilineo dei corpi, l'eleganza dei gesti, le correlazioni e congiunzioni, la raffinatezza dei corpi, dei nudi, delle vesti, delle fattezze, che appaiono sotto la trasparenza delle stoffe e l'eleganza dei gesti. Quasi sempre i panneggi, le vesti, che fasciano le figure femminili, si intrecciano e si fondono con i corpi, come se vi aderissero, spinte da intense folate di vento.

Accanto a questa dimensione, segnaliamo un altro elemento originale della sua scultura, che nasce dall'unione dell'uomo con la natura. Nessun artista, come lui, riesce a introdurre la materia, e gli oggetti naturali e architettonici, nell'opera scultorea, con la forza e la necessità espressiva ed estetica che hanno le sue figure, e che sappia unire strettamente, e con reciproca esaltazione significativa, cultura e natura, uomo e paesaggio.

Archi di pietra, cipressi, gruppi di cespugli, fibre vegetali, montagne, alberi, rocce solcate da fratture o erosioni, tagli, sostengono e avviluppano le figure umane e mitiche, e, in molte occasioni, si fondono per formare un'unica materia, con una profonda forza poetica. La natura si fonde con l'umano. E questo accade con qualsiasi materia significante usata dall'artista, dal marmo al bronzo o alla terracotta.

Questo processo di metamorfosi materica è una componente primaria del suo lavoro creativo, in quanto processo di fusione, che rappresenta l'unità della vita, della materia e della natura. Come è anche essenziale, nella sua scultura, la dimensione cromatica, che è una sua specifica ricerca, anche sperimentale, e che ne diventa idioletto linguistico e segno distintivo.

Per la perizia tecnica nella realizzazione delle sue sculture, per l'originalità del suo linguaggio creativo, per la profondità culturale e spirituale del suo lavoro artistico, la Giuria del "Premio Internazionale Franco Cuomo", conferisce a Paolo Borghi, all'unanimità, il Premio per la Scultura 2023.


Marco Rossati

Marco Rossati è uno dei pittori italiani più affermati e noti, a livello nazionale e internazionale, ed è un uomo di complessa personalità artistica e di ampia sensibilità culturale: è anche poeta e scrittore. La sua visione culturale ed estetica si è andata arricchendo e approfondendo, nel corso del tempo, in un dialogo fruttuoso e intenso, anche nel rapporto amicale e di collaborazione con l'architetto Paolo Portoghesi, nella cui galleria "Apollodoro" ha lavorato per anni in esclusiva, realizzando opere di straordinaria qualità artistica, collezionate in Italia e in diversi paesi del mondo, con speciale successo in l'Inghilterra e, in particolare, a Londra, dove molti collezionisti lo apprezzano e lo stimano.

A partire dagli anni Settanta del secolo scorso e fino ad oggi, Rossati è stato uno dei protagonisti e degli interpreti più rigorosi della tradizione pittorica italiana, che in vari modi e in varie forme, ha influenzato anche la pittura internazionale. Infatti, lo spessore estetico e concettuale delle sue immagini e delle sue figure poggia su un solido ritorno al mestiere, quale fondamento della sua pittura. Frutto di questo suo impegno, è anche l'attività didattica nell'Accademia d'Arte di via Ripetta e, soprattutto, la creazione e direzione, oltre vent'anni fa, della Scuola di Pittura "Scienza dell'Arte", a Roma.

Al fondo della sua concezione pittorica, vi è l'intuizione radicale dell'arte, e, in particolare della pittura, che non vive nell'attualità, ma nella perdurazione del passato e nell'anticipazione del futuro, in forma tale, però, da illuminare dialetticamente il presente. Le sue immagini traggono materiale connettivo dall'arte dei secoli aurei, per la sensibilità cromatica, per il senso magico della natura, per lo scrupolo del dettaglio. Ma alludono anche a un'apertura verso un mondo differente, ripreso pienamente dall'immaginario.

Per cui, il pittore si muove con maestria tra i miti classici e la ricerca onirica e fantastica: e queste radici ispiratrici caratterizzano e alimentano la sua pittura, mediante una fitta rete di simboli visivi, con il sottofondo della rappresentazione virtuale, nella tensione verso il meraviglioso, l'onirico, l'equilibrio dinamico e la teatralità.

Nelle sue creazioni, emerge, in particolare, una speciale limpidezza atmosferica, coniugata nelle forme del paesaggio, nell'incresparsi delle acque, nelle accensioni coloristiche, ecc. Essa sembra raccontare un universo differente dal nostro, un universo simile, ma diverso, in cui le reciproche influenze e le implicazioni sono evidenti, ma misteriose, per la loro forte carica surreale e per una sorta di perdita del centro.

Per esempio, la frequente presenza di architetture dipinte, non è un riferimento naturalistico o un aspetto di città possibili, ma sono, invece, oggetti che colloquiano e si confrontano con le forme del mondo naturale, per cui l'artista costruisce paesaggi enigmatici e fantastici. La figura umana, soprattutto femminile, che è al centro dei suoi quadri, è il punto di riferimento cui tendono tutti gli altri elementi. Essa viene realizzata in una sorta di cristallina trasparenza, in cui l'epidermide, il volto, la sinuosità del corpo nudo risplendono nella mente dell'osservatore.

L'obiettivo cui tende Rossati, infatti, è una bellezza fuori dal tempo, ma direttamente accessibile, perché le figure, esibite con consapevole tecnica pittorica, sono rese con una raffinata depurazione della materia e una profonda e meditata significazione estetica. Nella sua pittura, insomma, i diversi aspetti dell'immagine evocano il meraviglioso e l'evento sorprendente, rese con fine elaborazione formale e con una intensa e specifica incidenza del colore e della luce, per cui riesce a pervenire, con maestria, alla massima trasparenza della visione, in modo che le cose, per così dire, dialogano con lo spettatore. Nella sua opera, le vibrazioni della luce, le trasparenze naturali, le sollecitazioni voluttuose del nudo femminile hanno un ruolo fondamentale: si tratta di un ideale estetico immerso nel nostro tempo, ma che trascina l'osservatore verso un misterioso orizzonte di ambiguità. Le immagini sono come un sogno da interpretare, con la sensazione del "già vissuto", che si apre su una complessità di soluzioni e interpretazioni possibili.

Per la straordinaria qualità della sua pittura, l'originalità delle sue immagini, la rigorosa professionalità e la profondità culturale del suo pensiero pittorico, la Giuria del "Premio Internazionale Franco Cuomo", conferisce a Marco Rossati, all'unanimità, il Premio per l'Arte 2023.


PREMI SPECIALI

Premio alla carriera per il cinema e la letteratura

Pupi Avati

Credeva che il suo grande sogno fosse il jazz, si è esibito come clarinettista dilettante tra il '59 e il '62 con la Doctor Dixie Jazz Band, almeno fino a quando Lucio Dalla non è arrivato a rubargli scena. "Ero invidioso della bravura di Dalla - racconta il grande regista - avrei voluto che sparisse. E poi siamo anche diventati amici...". Ma quando Giuseppe Avati, detto Pupi, il nomignolo che gli diede sua madre, vide i film di Fellini, scoprì che la sua vera passione era il cinema.

Il premio Franco Cuomo International Award alla sua lunga carriera è il riconoscimento a un maestro del cinema, che non si stanca di sorprendere il pubblico, solo per accennare ad alcuni suoi film, è capace di passare dall'horror-comico de Il signor Diavolo alla vita di Dante Alighieri. Ma anche a un maestro della narrativa. I suoi romanzi spesso sono l'altra faccia della medaglia dei suoi film, si compenetrano, talora l'uno anticipando l'altro ma anche viceversa. Come se la materia creativa fosse così magmatica da debordare e dover fluire in più canali, assumendo forme diverse, portatrici di messaggi diversi. A costituire forse un'eccezione a questa regola del double face il romanzo "Il ragazzo in soffitta". Avati ha scritto anche una autobiografia di notevole pregio letterario dal titolo "La grande invenzione" pubblicata da Rizzoli nel 2014, in cui racconta la sua famiglia, una galleria di antenati davvero unica, e se stesso, la sua educazione sentimentale, la passione per il cinema e per la musica, la Roma degli artisti, l'insolito lavoro con Pasolini, i pedinamenti per conoscere il maestro Fellini, i successi. Il suo ultimo romanzo, uscito qualche settimana fa, si intitola L'orto americano (Solferino) e già si appresta a diventare il suo 55esimo film.


Premio speciale ECPD per il giornalismo

Valerio Nicolosi

Giornalista, regista, fotografo, reporter, filmaker, Valerio Nicolosi ha dedicato e dedica gran parte della sua attività professionale ad una delle più drammatiche tematiche sociali che caratterizza il nostro tempo: le migrazioni di interi popoli da un continente all'altro, in fuga da aree funestate da guerre e crisi economiche ed in cerca di condizioni che rendano semplicemente possibili le loro esistenze. Collaboratore dei principali quotidiani e delle più importanti agenzie di stampa, con i suoi reportage, i suoi articoli, i suoi docufilm, i suoi saggi, ha documentato la tragedia umana di uomini, donne e bambini, costretti ad intraprendere viaggi pericolosi e dagli approdi incerti, mostrando come queste vite, rimaste del tutto invisibili nella quotidiana comunicazione massmediatica, siano divenute, con l'intensificarsi dei flussi migratori, non solo oggetto di accordi tra governi (poco o in nulla coerenti con il rispetto elementare dei diritti umani) ma vera merce di scambio, pedine sacrificabili di uno scacchiere internazionale che li utilizza - per usare un'espressione dello stesso Nicolosi - come "arma impropria". Per queste ragioni, ed in particolare per il suo ultimo libro "Il gioco sporco" (Rizzoli, 2023), in cui Nicolosi analizza i flussi migratori nel Mediterraneo, nei Balcani e nel fronte orientale europeo, la Giuria all'unanimità gli conferisce il Franco Cuomo International Award per la sezione dedicata alla pace e allo sviluppo, sostenuta dallo European Centre for Peace and Development - University for Peace (UN).


Premio speciale alla memoria per l'impegno umanitario

Padre Arcangelo Maira

A Padre Arcangelo Maira, missionario scalabriniano, uomo libero, profondamente religioso e rispettoso degli obblighi di obbedienza verso l'ordine al quale apparteneva, il Franco Cuomo International Award e l'associazione Per il Meglio della Puglia hanno assegnato il Premio speciale alla memoria 2023 per l'Impegno Umanitario. Siciliano di nascita e cittadino del mondo, migrante tra i migranti da sempre - attraversò, da piccolissimo, la frontiera svizzera nascosto in una valigia portata di peso dal padre - dedicò tutta la sua vita ai rifugiati e ai più fragili del pianeta, con la stessa inalterata dedizione e amore fraterno, sia che si trovasse nei sobborghi di Colonia, in Germania, che negli angoli più aspri e sperduti del Sudafrica, o nei campi profughi del Mozambico, o nelle campagne del foggiano, tra le baraccopoli abitate da migliaia di immigrati stanziali e stagionali. Proprio qui tra i braccianti stranieri di Capitanata, diede vita ad uno straordinario progetto, il Campo IoCiSto, nell'ambito del quale promosse indimenticabili iniziative, tra cui una scuola di italiano informale e una ciclofficina estiva. Un Campo che diventò per gli immigrati uno spazio libero, fuori dagli schemi, di presa di coscienza dei propri diritti e doveri, di denuncia delle condizioni di disagio e di ingiustizia. A quel progetto si unirono in tanti, giovani, adulti, laici e religiosi, alcuni atei, qualche agnostico, ma tutti accomunati da una forte attenzione verso l'Altro, sinceramente vissuta e praticata. Padre Arcangelo Maira, che con il suo operato smosse coscienze rivelando il cinico sistema di illegalità diffusa nella filiera agroalimentare, se ne è andato il 21 settembre 2021, all'età di 59 anni, lasciandoci in eredità il suo alto esempio, il suo straordinario senso di umanità, il coraggio dei suoi gesti.


Massimiliano Fiorucci

Massimiliano Fiorucci è Professore ordinario di Pedagogia generale, sociale e interculturale, presso il Dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università Roma Tre. Autorevole studioso, si è affermato godendo della più alta considerazione del mondo accademico e culturale, italiano e internazionale, per la straordinaria e articolata bibliografia (oltre 250 lavori scientifici).

I suoi principali contributi scientifici riguardano l'ambito della Pedagogia sociale e interculturale, di cui è uno dei più autorevoli rappresentanti italiani. Si è occupato con originali contributi anche di formazione ed educazione degli adulti, di analisi dei bisogni formativi e della qualità della formazione. Inoltre, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del Duemila, pionieristica è stata la sua capacità di cogliere la centralità della mediazione interculturale. E proprio in questo ambito di studi, ha sviluppato una decisiva riflessione sulla formazione in prospettiva interculturale e sulla sua introduzione nell'insegnamento.

Negli ultimi anni, ha approfondito ancora i temi dell'inclusione degli allievi con background migratorio, delle disuguaglianze sociali, della dispersione scolastica e dell'educazione popolare, contribuendo in modo decisivo a far conoscere, attraverso i suoi lavori, l'eccezionale lezione di don Roberto Sardelli, prete ed educatore, fondatore della "Scuola 725", il cui esemplare legato costituisce una delle più straordinarie esperienze di pedagogia popolare, nel secondo dopoguerra.

Accanto a questi studi, più legati alle esigenze e agli effetti educativi delle trasformazioni sociali, politiche e istituzionali e agli sviluppi della complessità nella società contemporanea - diventati ormai un problema centrale del nostro paese e di tutto l'Occidente - nel quadro del mondo globalizzato di oggi, Massimiliano Fiorucci ha sviluppato anche un altro fondamentale versante del suo lavoro scientifico, in chiave teorica e culturale, studiando e approfondendo alcune delle figure centrali nel campo educativo, come, tra gli altri, John Dewey e Maria Montessori.

In ciascuno degli ambiti in cui si è impegnato, ha contribuito ad affrontare, con rigore e competenza, con sapienza teorico-metodologica, profondità culturale e sensibilità sociale, alcuni dei principali snodi educativi e formativi del nostro tempo e del nostro paese. Massimiliano Fiorucci viene anche premiato per il suo impegno istituzionale, avendo svolto un complesso di attività formative, didattiche, scientifiche e gestionali, che si è articolato su una vasta gamma di esperienze, in diverse posizioni accademiche.

Tra le altre, si segnalano, a titolo esemplificativo: Direttore del Dipartimento di Scienze della formazione dell'Università Roma Tre, Coordinatore del Collegio dei Direttori della stessa Università, Direttore del Master di II livello in "Educazione interculturale", Coordinatore del Dottorato di ricerca in Pedagogia e Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze dell'Educazione, Presidente Nazionale della Società Italiana di Pedagogia, ecc., e, attualmente, la carica più prestigiosa di Rettore dell'Università Roma Tre.

Questo nuovo impegno coincide con il trentennale di fondazione dell'Ateneo romano e con l'avvio di uno nuovo percorso, in cui si richiede la capacità di raccogliere il testimone delle importanti realizzazioni e obiettivi raggiunti, e il coraggio di introdurre tutte quelle innovazioni e trasformazioni, che le nuove condizioni della società e dell'università oggi richiedono. Ogni trasformazione impone di tenere conto delle circostanze, in cui si deve operare.

Massimiliano Fiorucci si è proposto il compito di sviluppare e potenziare l'Università Roma Tre, focalizzando il suo impegno sulla centralità degli studenti (formazione, servizi, cultura, attenzione alla disabilità, ecc.), sulla valorizzazione della ricerca scientifica, sul rinnovamento didattico, sull'apertura del sapere universitario al territorio, promuovendo al tempo stesso efficaci politiche di internazionalizzazione.

Insomma, il suo compito di Rettore coincide con la responsabilità di inaugurare un nuovo inizio, capace di consolidare, ampliare e rinnovare le acquisizioni del passato, senza per questo esimersi dalla responsabilità di disegnare il nuovo profilo di un Ateneo, in grado di rispondere, in maniera democratica e sempre più inclusiva, alle sfide poste dalle radicali innovazioni scientifico-tecnologiche e dalle trasformazioni sociali, economiche e geostrategiche della contemporaneità.

Per gli straordinari contributi pedagogici e culturali, in un percorso scientifico di altissimo livello, fondato sulla profondità della riflessione teorico-metodologica e su una non comune sensibilità alle problematiche sociali e culturali, nonché per il continuo impegno nelle strutture e nelle istituzioni accademiche, che gli conferiscono una statura scientifica e culturale di assoluto rilievo nella vita accademica e sociale del nostro paese, la Giuria del "Premio Internazionale Franco Cuomo" conferisce al Rettore Massimiliano Fiorucci, all'unanimità, il Premio Speciale 2023 per la Ricerca scientifica e le Istituzioni accademiche.


Giovanni Lo Storto

Il Premio Speciale 2023 della Presidenza del Franco Cuomo International Award e dell'associazione Per il Meglio della Puglia è stato assegnato a Giovanni Lo Storto, direttore generale della Luiss Guido Carli di Roma, per il suo costante impegno nel "connettere" con "semplicità e coraggio", il capitale sociale del Sud e quello pugliese in particolare. Un impegno di cui somo senz'altro espressione Network 42, l'iniziativa di cui è stato promotore in Italia, una rete internazionale di scuole di coding, senza rette e senza professori, che intende portare prossimamente anche a Bari, per formare super esperti di software e di digitale, valorizzando i giovani talenti, aiutandoli a collaborare tra loro e diventare i migliori al mondo. E l'annunciata creazione della Fondazione Chatõn che avrà sede a Troia, sua città natale, nella Daunia, e che si propone di promuovere emancipazione sociale e combattere la povertà educativa e che assegnerà anche, ogni anno, il premio "Jugaad Innovator", un premio dedicato a chi è riuscito a fare di più con meno risorse, ispirato al volume "Jugaad Innovation" di Radjou, Prabhu e Ahuja, di cui Lo Storto ha curato l'edizione italiana per Rubbettino. Un libro che raccoglie più di 150 storie esemplari, provenienti da tutto il mondo, di piccoli e grandi imprenditori, individui e società che hanno saputo trovare la giusta via tra innovazione e frugalità. Jugaad è infatti una parola Hindi che indica una soluzione innovativa ad una necessità, nata dall'ingegno e dall'intelligenza.


Luigi Cantamessa

Il Premio Speciale 2023 della Presidenza del Franco Cuomo International Award e dell' associazione Per il Meglio della Puglia è stato assegnato a Luigi Cantamessa, dal 2013 Direttore Generale Fondazione FS Treni turistici, la più grande del settore in Europa, per aver valorizzato l'enorme patrimonio tecnico, architettonico, ingegneristico delle Ferrovie dello Stato trasformandolo in una straordinaria opportunità di fruizione sostenibile, culturale e turistica. Dieci anni di lavoro appassionato che hanno portato alla riapertura di quasi mille chilometri di ferrovie che oggi consentono ai visitatori di scoprire le bellezze e il retaggio della provincia italiana. Una bella storia, come ama definirla, che coinvolge tutti - luoghi e persone, dall'Alto-Adige alla Sicilia, dai viaggiatori ai ferrovieri in pensione, dai collezionisti alle associazioni, che sta portando alla diffusione di una vera e propria cultura ferroviaria, che è una disciplina umanistica "perché - spiega Cantamessa- al di là del rigidismo dell'ingegneria ferroviaria, mette il treno tra gli elementi centrali dello sviluppo della società italiana". E anche perché ha l'alto compito di "sottrarre le ferrovie all'abbandono e al degrado".


Premio speciale per la cultura del territorio

Consulta Provinciale Per la Legalità di Foggia

Il Premio Speciale 2023 per la Cultura del Territorio della Presidenza del Franco Cuomo International Award e dell'associazione Per il Meglio della Puglia è stato assegnato alla Consulta Provinciale Per la Legalità di Foggia, per il ruolo, incisivo, primario e di stimolo, che svolge, nel coordinare e sostenere le iniziative di contrasto alla criminalità organizzata intraprese dalle associazioni che vi fanno capo in sinergia e costante dialogo con le istituzioni. Ma anche per aver sperimentato con successo, tra i pochissimi in tutta Italia, un metodo inedito di lavoro partecipativo dal basso, dando vita ad una rete composita dalle enormi potenzialità di impatto sul tessuto sociale, promuovendo la cittadinanza attiva e l'educazione dei giovani.


Gaia Riposati

Una breve premessa etico-filosofica, per presentare più compiutamente la complessità dei percorsi creativi e culturali di Gaia Riposati (nata a Roma, dove vive e lavora). Sappiamo che la vocazione è un imperativo interiore che spinge una persona a svolgere diverse attività, per diventare compiutamente ciò che deve essere, cioè arrivare a realizzare pienamente il suo progetto di vita e a far emergere la sua più autentica personalità.

Il manifestarsi delle vocazioni, in ambito artistico- creativo, si precisa, in primo luogo, come esigenza di coltivare e di far maturare la propria indole profonda, nella consapevolezza che le vocazioni richiedono un continuo approfondimento tecnico- professionale e artistico - culturale. In alcuni artisti, la vocazione creativa, iscritta nella loro natura più profonda, è come una sorta di chiamata che li spinge a diventare creatori e suggeritori di emozioni ed immagini, attraversando itinerari artistici, secondo una intima cartografia, in cui l'identità della persona si costituisce gradualmente come soggetto che esplora diversi ambiti creativi e compie viaggi interculturali, appropriandosi delle specifiche tecniche, arricchendo la propria personalità e disegnando una mappatura artistica ed emozionale che profila la loro vita.

Questa strategia e questo percorso si collocano nel punto di contatto e di superamento degli specifici artistici: così, costruiscono ponti che connettono e, insieme, attraversano i segni linguistici, con specifici nessi creativi, investendo su di sé e sulla propria vocazione di viaggiatori interartes. In Gaia Riposati, questo processo nasce come esigenza di coltivare e di far maturare la propria natura più profonda, in quanto sente se stessa come persona che ha una forte esigenza, e quasi un obbligo etico, di migliorare se stessa, in primo luogo, dinanzi a se stessa. Ciò è esemplificato in maniera esemplare, nelle diverse attività che ha avviato e realizzato, nel corso degli anni, con un originale itinerario di attraversamenti dei territori della creatività, lavorando, soprattutto, fra teatro, performance, poesia, creazione di opere dal vivo, arte contemporanea, performing media, riflessione intellettuale e culturale.

Alle interpretazioni teatrali dei classici, nei ruoli di protagonista (da Cechov a Pirandello), affianca la messa in scena, come regista, di testi contemporanei e il lavoro performativo con grandi artisti visivi. Realizza e interpreta diversi lavori teatrali, con artisti come Vettor e Mimma Pisani, Luca Maria Patella, Renato Mambor, Alain Flischer, ecc. Ma crea anche performance, tra gli altri, per Hans Hartung, Bruno Ceccobelli, Piero Pizzi Cannella, e molti altri.

Dal 2004, inizia un sodalizio artistico con Massimo Di Leo (artista e performer digitale) fino a fondare il grande progetto "Nuvola Project", fra arte e nuove tecnologie, facendo performare corpi fisici e digitali e sondando le potenzialità degli intrecci fra intelligenza artificiale e intelligenza connettiva. Ne hanno dato una compiuta esposizione nel volume, da poco pubblicato, Performing Media, un futuro remoto,2022 (a cura di Gaia Riposati e Massimo Di Leo).

Insieme, nel 2010, fondano e dirigono Artificio- teatro d'arte contemporanea, pensato come luogo di incontri dei linguaggi dell'arte, fra teatro, musica, arte e letteratura. A queste attività, si affiancano, e non in funzione ancillare, le attività di didattica teatrale, e, anche corsi, convegni e seminari su nuove tecnologie digitali e processi cognitivi, comunicazione visiva e multimediale (Università Unimercatorum, Università la Sapienza, ecc.), per promuovere nuove idee, tracciare nuove mappe e immaginare nuove sinergie culturali.

Per il complesso delle sue attività creative, che, partendo dal teatro di parola arrivano a confrontarsi con le frontiere più avanzate della relazione tra arti e intelligenza artificiale, passando per l'editoria d'arte (la Casa editrice Carte Segrete, fondata da Massimo Riposati, suo padre) e reading di poesia (Lunetta, Ceronetti, Luzi, Bertolucci, Zeichen, ecc.),la Giuria del "Premio Internazionale Franco Cuomo" conferisce a Gaia Riposati, all'unanimità, il Premio Speciale 2023 per il Teatro, l'Arte e le Performance artistiche innovative.


PREMIO PER LA SOSTENIBILITA' AMBIENTALE

Comune di Deliceto

Il Premio per la Sostenibilità ambientale della Presidenza del Franco Cuomo International Award e dell'associazione Per il Meglio della Puglia è stato assegnato al Comune di Deliceto, per essere stato il primo della provincia di Foggia a praticare la progettualità innovativa della Rete dei Comuni Sostenibili e il primo piccolo comune della regione Puglia ad aver realizzato quest'anno il "Rapporto di Sostenibilità", attraverso un monitoraggio volontario, cioè con il contributo attivo dell'Ente, composto di circa 70 indicatori locali. Deliceto, inoltre, è particolarmente attivo in un processo di miglioramento del benessere equo e sostenibile con azioni concrete a livello locale e in sinergia con le realtà dei Monti Dauni, di cui è il capofila della prima "Oil free zone" in Puglia promossa dal GAL Meridaunia. L'amministrazione comunale è impegnata a trasmettere alla cittadinanza e alle giovani generazioni la consapevolezza della sfida della sostenibilità per creare processi generativi di comunità. Deliceto è l'esempio concreto che anche i piccoli comuni possono dare un grande contributo al Paese per il raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.